Italian Life: Drinking Culture

Sebastian Cresswell-Turner looks British drinking habits compared to the Italians, and why the Brit pub culture can never quite translate across the water…

 

Alcohol

As a general rule, the Italians disapprove of British drinking habits. “I just couldn’t believe how much they all drank,” said an Italian friend of mine who was at Cambridge in the mid-1980s. “To me, it was quite incomprehensible,” she continued. Consider, too, the British and the Italians in pubs (a fashionable and relatively new import into Italy). Typically, British men will down a couple of pints in quick succession just to get the evening going. The Italians, on the other hand, will nurse a single pint for hours on end. Nor, on the whole, do they drink at lunch, unless at the weekends. Significantly, there is no word for ‘hangover’ in Italian. Indeed, when I once tried to explain the concept to a group of respectable Romans, they stared at me in disbelief.

Nor is this surprising. As anyone knows who has spent a summer in the baking heat of the south, most of the time the only alcoholic drink you might want is chilled beer. But as we said before, Italy is a diverse place, both culturally and geographically, and as always there are exceptions.

In the north, for example, I was surprised to see Venetian workers knocking back Prosecco for breakfast; just as I have seen French workers consuming a health-giving Kir or two at the beginning of the day. And the further north you go, especially in the Alps, the more likely it is that the locals will take a forgiving attitude to the odd tipple. As the prize-winning British writer Tim Parks has observed, calling on his long experience of expatriate life near Verona, it is perhaps no coincidence that the highest number of UFO sightings in Italy has been recorded near the northern city of Treviso, many of whose older male inhabitants know a bottle of Grappa when they see one.

Nevertheless, holiday-makers from the north should be in no doubt: on the whole, the Italians take a dim view of Anglo-Saxon alcoholic excess.

L’alcol

A maggio, in questa rivista, ho parlato delle differenze culturali tra gli italiani e gli inglesi le quali, nonostante le riserve e le eccezioni, esistono sicuramente. Sempre a questo proposito, mi sembra che il tema dell’alcol si meriti un’intera puntata della presente rubrica. E non fa male, comunque, sensibilizzare i visitatori anglo-sassoni alle attitudini italiane verso il consumo delle bevande alcoliche.

Solitamente, gli italiani non approvano il rapporto tra gli inglesi e l’alcol. “Non ci credevo, quanto bevevano,” mi disse una volta una mia amica italiana che aveva fatto gli studi all’università di Cambridge durante gli anni ’80. “Per me, era assolutamente incomprensibile,” proseguì. Guardiamo, anche, come si comportano gli inglesi e gli italiani nei pub (un fenomeno recentemente apparso anche in Italia, dove va di moda). Tipicamente, i maschi inglesi si bevono un paio di pinte, una subito dietro l’altra, per far partire la serata. Gli italiani, invece, si tengono tra le mani una singola pinta, o anche una mezza pinta, per delle ore. E non bevono all’ora del pranzo, senno durante il weekend. Per l’appunto, non si può tradurre in italiano la parola inglese hangover – il termine che fa riferimento agli effetti, la mattina dopo, di una bella sbornia serale.

E non c’è da stupirsene. Chiunque abbia trascorso un’estate nel caldo bollente del Sud sa che semmai prendi una bevanda alcolica, sarà probabilmente una birra fredda. Ma come si è già detto, l’Italia è un Paese con le sue diversità, sia culturali che geografiche, e come sempre ci sono delle eccezioni.

Nel nord, ad esempio, sono rimasto sorpreso di notare come gli impiegati veneziani si bevevano il prosecco al bar, la mattina; nello stesso modo che ho osservato anche i lavoratori francesi consumare un bel kir, sempre durante la mattina.

E più vai a nord, specialmente nelle Alpi, più è facile che gli abitanti guardino con occhio indulgente chi si vuole godere un bicchierino. Come ha notato il premiato scrittore brittanico Tim Parks, espatriato da lunghi anni nei pressi di Verona, non è forse un caso il fatto che in Italia gli UFO si osservano con la più grande frequenza vicino alla città settentrionale di Treviso, dove tra gli anziani, non pochi sanno riconoscere una bottiglia di grappa.

Ciononostante, i viaggiatori nordici non devono aver dubbi: solitamente, in Italia non vanno visti bene gli eccessi alcolici dei popoli anglo-sassoni.

Sebastian Cresswell-Turner b:wABOUT THE AUTHOR

SEBASTIAN CRESSWELL-TURNER is a freelance writer, translator and fluent Italian speaker who lived in Rome for eight years.

His travel articles have appeared in The Guardian, The Telegraph, The Times and The Mail, plus many more.