Tom Alberto Bull reports on the recent wave of thefts from the nation’s churches…
Settimo: Non rubare!
Le 60,000 chiese che costituiscono il patrimonio culturale dell’Italia comprendono una vasta raccolta di oggetti religiosi con un valore altissimo, sia dal punto di vista del valore monetario sia da quello sentimentale. Ora una nuova ondata criminale sta travolgendo il paese e questi luoghi di culto si trovano pienamente sulla linea del fuoco. Nel 2016 si sono registrati ben 449 furti, tutti denunciati alla forza di polizia con il compito di fermare questa epidemia – il Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. Quasi la metà di questi furti sono avvenuti nelle chiese.
Negli ultimi anni alcuni episodi hanno avuto un grande rilievo in tutta Italia. Nel 2015 un capolavoro del rinascimento con un valore di circa 5 milioni di sterline fu rubato durante la notte dalla chiesa di San Vincenzo a Modena. Nel mese di giugno di quest’anno un ladro ha rubato dei frammenti piccolissimi del cervello di uno dei santi più riveriti in Italia, San Giovanni Bosco, spacciandosi per un pellegrino in una chiesa vicino a Torino.
Anche se le caratteristiche particolari di questi furti li rendono difficili da prevenire, sono state introdotte delle linee guida per avvertire le chiese sulle migliori pratiche da seguire. Alcune misure prevedono la creazione di un registro nazionale di beni, il monitoraggio di siti particolarmente remoti da parte di volontari, e la sostituzione di alcuni oggetti preziosi con riproduzioni moderne. Si nota una volontà collettiva di lasciare aperte le chiese al pubblico nonostante i rischi, soprattutto nelle cittadine dove continuano a costituire un luogo importante per la comunità locale.
La banca dati è diventata uno dei mezzi più significativi a disposizione, soprattutto nel recupero di oggetti rubati. Solo un mese fa una statua dell’arcangelo Michele del sedicesimo secolo è stata riportata alla chiese principale di Monteroduni, nel Molise, dopo essere stata ritrovata dalla polizia in un enorme bottino di oggetti rubati legato ad un criminale che aveva il soprannome di ‘Cardinale’. Trattandosi del santo patrono della cittadina, lo smarrimento della statua aveva avuto un effetto profondo sull’umore della popolazione, e una grande folla si è radunata per festeggiare la sua restituzione.
Si tratta di un fenomeno relativamente nuovo nella lotta continua contro il crimine organizzato in Italia. Come i tentativi dei malviventi diventano più sofisticati, così la risposta delle autorità fatica a tenere il passo e a individuare i colpevoli. Se le forze di polizia adottano un approccio più attivo nella caccia ai criminali, anche la Chiesa ha il dovere di fare tutti gli sforzi possibili per prevenire i furti. Quindi, quando vi troverete di nuovo in Italia per visitare le sue bellissime chiese antiche, non vi dovrete offendere se notate che qualcuno vi sta osservando con grande attenzione!
Thou shalt not steal
With Italy’s cultural wealth of over 60,000 churches comes a vast collection of religious artefacts of immense monetary and sentimental value. Now, a new crime wave is sweeping across the country and these places of worship have found themselves in the firing line. In 2016 there were a total of 449 thefts reported to the body charged with dealing with this epidemic – the Carabinieri for the Protection of Cultural Heritage. Out of these reported incidents, almost half occurred in churches.
There have been a number of high-profile incidents across Italy in recent times. In 2015 a Renaissance masterpiece worth up to £5 million was stolen in the middle of the night from the church of San Vincenzo in Modena. In June of this year a thief stole tiny fragments of the brain of John Bosco – one of Italy’s most revered saints – by posing as a pilgrim at a church near Turin.
Although the nature of these robberies makes them very difficult to prevent, a set of guidelines has now been introduced to advise churches on best practices. Some of these measures include creating a country-wide database of assets, asking volunteers to monitor particularly isolated sites, and substituting items of value with modern replicas. There is a collective determination to keep churches open to the public despite the risks, especially in small towns where they continue to provide an important space for the local community.
The database has become one of the most important tools available, especially in aiding the recovery of stolen items. Just this month a 16th-century statue of the archangel Michael was returned to the main church in Monteroduni, Molise, after it was discovered by police among a vast hoard of stolen goods following a number of raids linked to a criminal with the nickname ‘the cardinal’. As the town’s patron saint, the loss of the statue had deeply affected the mood of the town, and a jubilant crowd gathered to welcome it on its return.
This is just one of the latest trends to emerge in the continuous fight against organised crime in Italy. As the criminals become more sophisticated in their attempts, the authorities struggle to keep pace and track them down. Although the police are being proactive in their hunt, the onus is on the Church to focus its efforts on prevention. So next time you’re visiting one of Italy’s beautiful old churches, try not to be offended if someone is keeping a close eye on your movements!